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Scuolabus, nella “riforma” c’è il nodo Ragnola

SAN BENEDETTO - Molte famiglie del quartiere abitano a poca distanza dalle scuole del comprensorio centrale. Il Comune deve decidere verso e da quale plesso assicurare il trasporto degli alunni
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Il Comune di San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

Dove vanno trasportati i ragazzi del quartiere Ragnola? E’ questa una delle principali domande che si presentano agli uffici comunali alla vigilia della “riforma” che si intende fare sul trasporto scolastico.

 

Ragnola è uno dei quartieri più estesi: in quanto a superficie si contende il primato con Ponterotto, ma il primo è senza dubbio il vero centro geografico di San Benedetto, la cosiddetta cerniera tra due ambienti che ricadono nello stesso territorio comunale ma che risultano piuttosto differenti come tipologia e grado di urbanizzazione. Al suo interno convivono ben 45 vie, 4 contrade, 2 piazze ed un largo.

 

L’Amministrazione comunale, come ribadito nella commissione dell’8 aprile, vuole riformare l’universo scuolabus, riducendo i costi e ottimizzando il servizio. Da una parte, infatti, va tenuto conto che il costo del trasporto è ricalcolato, rispetto al passato, su base chilometrica: maggiore è la distanza percorsa dalle navette, maggiori saranno le spese che il Comune dovrà sostenere. Questo, attualmente, si aggira attorno ai 535.000 euro a fronte di 107.000 chilometri. Con il pagamento delle tariffe, l’ente recupera appena il 15% del costo totale.

 

Il servizio, d’altro canto, va assicurato: logiche da spending review non possono costringere a tagli insensati. Le tratte vanno assicurate ai ragazzi, ma solo per le scuole di pertinenza, cioè quelle più vicine. Ecco quindi che sorge il problema: per quanto riguarda le medie, ai ragazzi di Ragnola è assegnato il trasporto alla e dalla scuola “Cappella” dell’Isc Sud, ma molti trovano più vicina la scuola “Curzi” dell’Isc Centro.

 

L’idea è di non interpretare alla lettera il regolamento comunale e fare in modo che i ragazzi del quartiere centrale vengano trasportati da e verso il plesso meno distante. Questo passaggio, però, rischierebbe di creare un precedente a cui molti cittadini potrebbero appellarsi: si tratterebbe, infatti, di una deroga – a fin di bene, s’intende – alle regole del Comune, ma allora perché altri quartieri non potrebbero chiedere altrettanto in base alle proprie esigenze?


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