Crisi in Comune, porte chiuse dal centrosinistra, Viva San Benedetto continua il dialogo a distanza

SAN BENEDETTO - Pd, Avs, Psi, Nos e Cinque Stelle non faranno da stampelle. La lista di Mancaniello e De Ascaniis resiste alle critiche e ne propone di sue, ma non mette la parola "fine" all'Amministrazione Spazzafumo.
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di Giuseppe Di Marco

 

Il centrosinistra chiude la porta e chiede le dimissioni del sindaco, la destra prova a raccogliere firme per sfiduciarlo, Viva San Benedetto non alza i toni dello scontro e aspetta al varco, mentre il gruppo misto ha ancora poche notti per elaborare mille scenari. E’ pressappoco questo, lo stato della crisi in Riviera, dove una consistente parte della minoranza sbarra la strada ad ipotetiche interlocuzioni con il vertice comunale, mentre altri ancora navigano nel limbo.

 

Inequivocabile è la posizione del centrosinistra: Per Pd, Avs, Psi, Nos e Cinque Stelle, se il sindaco vuole andare avanti deve stringere accordi con altre componenti politiche. Lo hanno detto questa mattina Paolo CanducciAurora BottiglieriMarco GiobbiDaniele PrimaveraRoberto BovaraGiorgio ManciniGiuseppe Castelletti, armati di unanime slogan («la maggioranza non esiste più, meglio il commissariamento e poi il ritorno alle urne») e dettagli utili a precisare i contorni della crisi in atto.

 

Se la Bottiglieri infatti ha sottolineato come questo sia il terzo assessore sfiduciato – dopo Lazzari e Gabrielli – Bovara ha spiegato che il cospicuo avanzo, pomo della discordia tra i gruppi di maggioranza, sarebbe conseguenza, in realtà, di una gestione non virtuosa. Un Primavera demolitore («il programma di mandato è stato del tutto disatteso») e un Mancini disilluso («sulla Ciip mancano progetti e politica, non basta metterci la bandierina sambenedettese») non hanno di certo edulcorato la pillola, mentre Canducci («Non siamo disponibili a sostenere l’Amministrazione, la cosa migliore è tornare alle urne») e Giobbi («E’ arrivato il momento di mettere in campo un progetto diverso per San Benedetto») hanno fugato ogni dubbio sulla sentenza del “campo largo” (ci sono anche i 5s con Castelletti, che ha sposato la narrazione dei sodali). Una coalizione in costruzione, e che ora ha tanti motivi per proporre una lettura politica unitaria. Si vedrà. Intanto, però, quella del centrosinistra è l’unica risposta chiara in questo mare di “forse” e “a condizione che”.

 

Del tutto aperta e fluida appare, invece, la condizione di Viva San Benedetto, che ha inviato una nuova nota poco benevola nei confronti della controparte. Ma si può definire Spazzafumo e quel che resta della maggioranza “controparte”? Apparentemente sì: il gruppo consiliare infatti rimarca come la defezione di Rivoluzione Civica nel dicembre 2023 e il passaggio in minoranza di Umberto Pasquali e Martina De Renzis – nel 2024 – non abbia provocato defenestrazioni dalla giunta. Esecutivo che invece, per l’assenza di Mancaniello e De Ascaniis, ha perso quello che effettivamente è, all’infuori del primo cittadino, il suo pezzo più pregiato.

 

Ma allora, come se ne esce?

 

Il punto è che dieci, cento o mille cahiers de dòleances non hanno il potere di dettare la parola “fine” a questa esperienza amministrativa. Non ancora, quantomeno. Il livello dello scontro non si abbassa ma nemmeno sembra alzarsi, e lo stallo è l’unico prodotto di questo mare di parole fra le due “controparti”.

 

L’idea di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, partita dalla destra, non ha raccolto i risultati sperati. Risultato che, altrimenti, sarebbe già sotto gli occhi di tutti. Per ora questo stallo è funzionale a Spazzafumo, che può tirare fino a lunedì, votare Marco Perosa e alzare la coppa dalle grandi orecchie. Intanto potrà continuare a tirare le orecchie a Viva San Benedetto. E perché no, sondare il terreno del gruppo misto, che salvo Giorgio De Vecchis (l’unico veramente impermeabile alle lusinghe di un rientro) potrebbe offrire un appoggio a determinate condizioni.

 

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