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Legnini al lavoro con Anac:
«Serve ridurre le stazioni appaltanti»

RICOSTRUZIONE - Il commissario ha incontrato il presidente dell'Autorità anti corruzione Merloni. A breve e d'intesa con le Regioni sarà definito un nuovo accordo per i controlli nei cantieri delle opere pubbliche: «Assicuriamo al tempo stesso la semplificazione»
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Giovanni Legnini, commissario alla ricostruzione

Giovanni Legnini, commissario alla Ricostruzione e l’Anac lavoreranno per definire in tempi brevi un nuovo accordo, condiviso con le Regioni, sui controlli di legalità nella ricostruzione pubblica nei territori colpiti dal sisma del 2016.

E’ quanto emerso oggi nel corso di un incontro tra lo stesso Legnini, il presidente dell’Autorità anti corruzione, Francesco Merloni, e i dirigenti e gli esperti delle due strutture, per una ricognizione di tutti gli aspetti inerenti i controlli di legalità nella ricostruzione, anche alla luce delle ordinanze di semplificazione, e in vista degli annunciati interventi normativi sugli appalti.

«La piena attuazione delle norme a tutela delle infiltrazioni della criminalità nei cantieri è prioritaria – spiega Legnini -. Tutti i controlli di legalità devono essere spinti al massimo, assicurando al tempo stesso il massimo della semplificazione». In tempi brevi sarà operativa una piattaforma informatica per la gestione del flusso di informazioni sui cantieri delle opere pubbliche. La riorganizzazione della struttura commissariale appena avviata prevederà anche un referente stabile per i necessari continui rapporti con l’Anac.

Legnini e Merloni hanno anche analizzato lo stato della ricostruzione delle opere pubbliche nel cratere sismico, che evidenziano forti ritardi e problemi non solo nella fase di esecuzione, ma anche in quella di aggiudicazione. Entrambi, a questo proposito, hanno sottolineato le difficoltà create dall’estrema frammentazione del numero delle stazioni appaltanti, che coincidono ormai con i singoli comuni, e che a volte non hanno risorse e capacità adeguate ad affrontare procedure d’appalto speditive, come quelle negoziali.

«Dalle difficoltà emerse nell’attuazione di una disciplina che pure è speciale e derogatoria come quella per il sisma – sottolinea Merloni – si può uscire solo mediante un cospicuo investimento sulle capacità di un numero ridotto di stazioni appaltanti in termini di digitalizzazione e attraverso nuove competenze tecniche, oggi mancanti».


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