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La Samb di Bucci respinta dalla D
No dalla Commissione Federale e da Gravina

CALCIO - Secondo alcune indiscrezioni provenienti da Roma, tre le criticità rilevate dai vertici del calcio nazionale. Ora l'unica chance per ripartire dai Dilettanti è l'accoglimento da parte del Tar del ricorso presentato da Renzi. Si discuterà il prossimo 6 settembre
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di Benedetto Marinangeli

La SSD Sambenedettese 1923 di Manolo Bucci è stata bocciata dalla Commissione Federale. La decisione è stata avallata dal presidente Gabriele Gravina e la società dell’imprenditore romano non è stata ammessa in soprannumero in serie D. La comunicazione è stato inviata al Comune e alla stessa società rossoblù.

Verdetto duro per la Samb

Sembra, secondo alcune indiscrezioni provenienti da Roma, che siano state tre le criticità rilevate dai vertici del calcio nazionale. La prima è relativa alla documentazione presentata in cui  risulterebbe un budget in perdita di 1 milione e 100mila euro senza le necessarie garanzie per rientrare. Insomma un business plan senza le coperture richieste.

La seconda è relativa alla posizione di Bucci che da alcuni mesi è proprietario o comunque referente della Samb 1923 oltre che del Valmontone (Promozione laziale), senza averne titolo e  senza poter essere nemmeno socio occulto.

La terza e ultima è invece relativa al rapporto, non chiaro, con la signora Antonella Pennacchi, amministratore unico della Samb 1923. E dunque il calcio rossoblù, a quasi quattro mesi dal fallimento del 4 maggio scorso, non riesce ancora a ripartire.

Manolo Bucci

Ora l’unica possibilità affinché la Samb possa prendere parte alla serie D sta nella decisione del Tar del Lazio di lunedì prossimo che dovrà decidere sul ricorso presentato da Roberto Renzi, che chiede l’ammissione al massimo campionato dilettantistico a seguito del decreto, sempre del Tribunale Amministrativo, che ha ammesso in D la Casertana, lo scorso 17 agosto.

Si discuterà lunedì prossimo 6 settembre.

 


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