facebook rss

Samb, ancora nessun nome per la panchina: ma cosa è successo da Avezzano in poi?

SERIE D - Nessuna decisione in merito al successore di Lauro, potrebbe esserci la clamorosa decisione in "stile Colantuono" con una soluzione interna, se entro martedì mattina non si nominerà il nuovo allenatore. Le cause di una involuzione del gioco primo elemento da affrontare. Stato fisico e mentale preoccupante
...

Calciatori criticati dai tifosi (foto US Sambenedettese)

 

di Pier Paolo Flammini

 

Non è facile trovare un nome per la panchina rossoblù per il post-Lauro, o almeno un nome autorevole, perché la decisione presa dal presidente Vittorio Massi nella tarda serata di domenica – quando invece sembrava si proseguisse col tecnico ischitano, o almeno dopo la riunione-fiume con De Angelis e Fanesi non erano arrivate novità – è stata tale proprio perché il presidente rossoblù vuole recuperare i 4 punti di distacco dal Campobasso. Confidando, ovviamente, nella vittoria casalinga dello scontro diretto il 14 aprile.

 

Decisione non semplice visto che gli allenatori con queste caratteristiche, nel mese di marzo, sono quasi tutti accasati. Oppure sono stati sollevati dall’incarico ma per la regola federale non possono essere tesserati a questo punto della stagione. Gli ultimi due allenatori vincenti nel girone di Serie D, Amaolo e Pagliari, sono stati esonerati da Pineto e Recanatese, ad esempio. Un allenatore che conosce bene San Benedetto come Tiziano De Patre (ex calciatore e allenatore delle giovanili in procinto di guidare la prima squadra nel 2016, decisione poi sfumata per l’arrivo di Fedeli) attualmente fa l’osservatore per il Sassuolo. Augusto Gentilini, che continua a smentire qualsiasi contatto, è ancora sotto contratto con la Triestina (ma se la Samb non compie il primo passo per sondare, anche l’ipotesi di una complicata rescissione verrebbe meno).

 

Sulla margherita i petali rimasti sono pochi, insomma. Il nome comunque dovrebbe arrivare nella mattinata di martedì, in modo che il nuovo allenatore possa dirigere l’allenamento del pomeriggio. Ma non è esclusa una soluzione clamorosa, ovvero l’affidamento della panchina a un nome interno ma di fatto alla stessa squadra, a partire dai senatori Arrigoni e Sirri. La cosa è avvenuta a San Benedetto nei periodi difficili delle varie autogestioni, ma con situazioni societarie devastate. Un fatto simile avvenne anche nel 2002, quando Stefano Colantuono chiuse la sua carriera da calciatore con un autogol nel 3-0 rimediato a Bolzano, e venne designato allenatore per arrivare a chiudere la stagione. Colantuono era a 9 punti dai play off a 9 partite dalla fine.

 

Invece dopo la vittoria di Imola al debutto ne arrivarono altre 8, e poi la vittoria ai play off. Però sono episodi che avvengono una volta in un secolo.

 

Bisogna anche capire cosa sia successo alla Samb dopo il 3-1 all’Avezzano. Anzi fino al primo tempo contro l’Avezzano, perché dalla ripresa, in vantaggio, la Samb disputò per la prima volta un incontro di puro attendismo, pur con il gol finale di Fabbrini. Fino a quella gara la squadra di Lauro, anche nelle partite peggiori, aveva sempre imposto il proprio gioco, cosa forse non avvenuta pienamente contro il Fossombrone in casa e nel primo tempo contro l’Atletico Ascoli (concluso 2-0).

 

Anche le prime tre partite del girone di ritorno avevano mostrato una squadra sfavillante: 4-1 a Sora, 2-2 con tantissime occasioni e una rimonta in 10 contro 11 (addirittura con recriminazioni per le occasioni sbagliate) a Tivoli, e appunto il travolgente ribaltamento dell’Avezzano dopo aver sfiorato i -8 dal Campobasso. I tanti punti persi fino a quel momento avevano due cause essenziali: gli errori arbitrali prima di Natale, e una lunga serie di episodi sempre negativi che però, alla lunga, iniziarono a far pensare che non potesse essere solo un caso.

 

Poi, le vittorie striminzite a Fano, col Vastogirardi (non inganni il 3-0 arrotondato nel finale), il pareggio con un secondo tempo abulico a Fossombrone e la partita contro il Monterotondo. Perché oggi la Samb fa fatica a imporsi?

 

Un bilancio complessivo positivo: 5 vittorie e 3 pareggi, esattamente lo stesso cammino dell’andata. Con una differenza, ovvero che il Campobasso (6 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta), ha aggiunto un punto al vantaggio accumulato nel mese di dicembre. E dall’arrivo di Pergolizzi (sesta giornata) i molisani hanno conquistato 46 punti in 20 partite, media 2,3. Con il traguardo delle quattro vittorie consecutive raggiunto domenica scorsa (mai nessuno ci era riuscito). Un allungo nonostante il buon ritmo della Samb.

 

L’ALTRA COSTANTE – Del campionato di Lauro è stata la capacità di prendere gol alla prima, anzi spesso unica, occasione capitata agli avversari. A dispetto della pessima partita, contro il Monterotondo è stato concesso un solo tiro, contro almeno 5-6 occasioni da gol per i rossoblù. Lo stesso a Fossombrone, e via dicendo.

 

STATO FISICO – Il vero problema è questo. Battista adesso è stirato e non ci sarà a Termoli. Fabbrini gioca con la mascherina e nelle ultime due settimane non si è allenato al meglio, oltre a non avere 90 minuti nelle gambe. Un grande equivoco sul numero 10 è stato quello di ritenerlo pronto per essere titolare mentre, quando è stato acquistato, giustamente lo si valutava adatto a giocare il finale di partita per far saltare gli equilibri (e così è stato quando è avvenuto). Senigagliesi, devastante fino all’Avezzano, poi ha accusato problemi con la pubalgia ma la sua partita peggiore è avvenuta domenica scorsa, il che fa temere il peggio. Bontà e Paolini, giocatori da Serie C, non hanno 90 minuti nelle gambe. Abbiamo fin qui citato i cinque calciatori più tecnici della rosa, dai quali ci si aspettava da domenica scorsa in poi l’apporto più importante e che invece rischiano di essere tutti in difficoltà. Ma sta a loro dare qualcosa in più in questa fase.

 

STATO MENTALE – Anche qui le cose sono complicate. La rabbia di Sbardella messa in evidenza a Riccione (poi il giocatore è stato bravissimo a incitare i compagni da bordo campo, e bravo a congratularsi con Pezzola dopo il gol), ha comunque sottolineato che l’armonia del girone di andata è scricchiolata. Il post con cui l’ex Alessandro ha salutato il gol di Sbardella a Riccione testimonia che qualche dente avvelenato nei confronti dell’allenatore covava (almeno per Alessandro) già nel girone di andata ma che i malumori dello spogliatoio lo avevano raggiunto anche a Rieti. Tomassini è in panchina e fa fatica non solo a segnare, quando entra, ma persino a crearsi occasioni. Barberini è finito in tribuna. Della spina dorsale del girone di andata restano Sirri e Arrigoni, tutt’altro che in un momento felice per entrambi.

 

Insomma, tra vecchi e nuovi arrivi, la situazione sembra compromessa: e proprio a marzo, il “mese della verità”. Ma ora, senza Lauro, saranno i giocatori a dover portare su di loro il peso della situazione.

 

TUTTO PERSO? – No, ovviamente. L’esempio di Colantuono nel 2002 è un caso limite, ma nei giorni scorsi abbiamo ricordato la Samb di Palladini nel 2012 e nel 2013 (aveva lo stesso distacco che c’è ora tra Samb e Campobasso nei confronti del San Cesareo ma a 5 giornate dalla fine).

 

Chiunque guiderà questa squadra, dovrà agire certo sulla testa dei giocatori, senza pensare allo scontro diretto ma giocando partita per partita, a partire dalla difficilissima trasferta di Termoli. Ma dovrà anche apportare modifiche. Ad esempio valutare se rendere il 4-3-3 più flessibile (una variante con la difesa a 3 e il centrocampo a 5 con Pagliari esterno sinistro, ad esempio); o se il portiere Ascioti, 2004, è valido e liberare posto per il giocatore parso più in forma di tutti ma col minutaggio più ridotto, Pietropaolo.

 

Se poi le cose non andranno come si spera una società e un ambiente competitivo ma sereno affronteranno al meglio i play off giocandosi le carte per il ripescaggio e programmeranno al meglio e per tempo la stagione prossima, partendo da una base molto buona a differenza di un anno fa quando si è costruita la nuova Samb da zero. E magari, con un tris di strutture in gestione da far invidia a società di categorie superiori.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X