Giorni di lavoro per pagare i tributi, 218. Per i consumi familiari, 147. Dopo 3 anni di leggero ma costante miglioramento, nel 2018 la pressione fiscale per artigiani, commercianti e piccoli imprenditori del Piceno torna a crescere. Lo evidenzia il resoconto annuale del Centro studi della Cna nazionale che ha fissato, per l’anno in corso, al 59,7% il totale delle imposte che un piccolo imprenditore con attività ad Ascoli dovrà versare a Stato, Regione e Comune. Il rimanente potrà utilizzarlo per la crescita della sua impresa e per tutti i bisogni familiari.
«Le azioni che il sistema Cna chiede di mettere in campo sono semplici ma fondamentali. -spiega il presidente territoriale, Luigi Passaretti– Ovvero, introdurre in modo progressivo e credibile la Flat tax secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica, preveda la riduzione delle aliquote Irpef a partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali».
Ad Ascoli, dunque, “liberi” dalle tasse il 5 agosto. L’anno scorso la fatidica data era invece caduta il 3 agosto. Due giorni prima. Dunque due giorni in meno, quest’anno, per il reddito d’impresa e familiare rispetto a quello da destinare alla tassazione. Un dato che interrompe un triennio positivo che aveva portato il capoluogo del Piceno da una tassazione del 62,2% del 2013 al minimo storico di due anni fa, 2016, con il 59%. Per poi salire a un 59,4 del 2017 e arrivare, quest’anno, al 59,7%. Sei anni fa, è la valutazione della Cna di Ascoli, il giorno della “liberazione” era addirittura il 14 agosto. Poi, anno dopo anno, 11 giorni riconquistati al proprio reddito. Quindi il record positivo, del 3 agosto, due anni fa. Il 4 agosto l’anno scorso e il 5 agosto quest’anno.
Questa situazione impositiva pone il capoluogo del Piceno, nell’indagine statistica della Cna nazionale, al 47esimo posto, su 137 comuni analizzati in tutta Italia e comunque in una condizione leggermente migliore della media nazionale che registra un’imposizione fiscale media del 61,4% e un tax free day nazionale fissato all’11 agosto. Una settimana più tardi rispetto al giorno della “liberazione” da parte degli ascolani.
I dati elaborati dalla Cna per stilare questa classifica fanno riferimento a un’impresa individuale “tipo” che si ipotizza utilizzi un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati e che abbia un negozio destinato alla vendita di 175 metri quadrati. Questa impresa “tipo” dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto in conto proprio. Con questi parametri, questa impresa “tipo” nel 2018 si ritroverà – al netto della tassazione – con un reddito disponibile di 20.180 euro annui. L’anno scorso ne aveva “ben” 100 euro annui disponibili in più. Ma nel 2014, anno dei record negativi, il reddito disponibile superava di poco i 19.000 euro.
«Se consideriamo che molte delle nostre piccole imprese hanno volumi inferiori a quelli presi come campione per l’indagine, vuol dire che quei 20.000 e poco più di euro che restano nella disponibilità dell’imprenditore, sono un reddito al limite del sostentamento. -precisa Francesco Balloni, direttore generale della Cna Picena- Reddito che, fattore dannosissimo per tutta l’economia del Piceno, rende difficile, se non addirittura proibitiva, sia la possibilità di investire per l’innovazione e la crescita aziendale, sia per eventuali incrementi della forza lavoro che contrastino la disoccupazione che, non a caso, continua a viaggiare nel Piceno a livelli più che preoccupanti».
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