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«Diecimila operatori sanitari
al lavoro nelle festività pasquali,
la Regione dia il giusto riconoscimento»

EMERGENZA CORONAVIRUS - La Cisl Fp chiede a palazzo Raffaello risorse aggiuntive e indennità per il personale, come avvenuto in altre regioni
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Personale sanitario al lavoro con le tute e le mascherine

 

Diecimila operatori della Sanità al lavoro nel weekend di Pasqua nelle Marche, «quasi il 70%. Una massiccia presenza di personale sanitario come mai prima. Al personale la Regione riconosca con quanto economicamente dovuto alla luce dell’enorme lavoro che da settimane si sta effettuando in condizioni complicatissime e a rischio». A dirlo è Luca Talevi, segretario della Fp Cisl Marche. «Mai come quest’anno – dice Talevi – durante i tre giorni legati alla festività pasquale (dalla vigilia di sabato 11 aprile a oggi, 13 aprile) vi è stata una massiccia presenza di personale sanitario, come mai prima, a causa dell’emergenza Covid. Quasi il 70% del personale presente nelle strutture sanitarie, pari a circa 10.000 persone, ha lavorato o messo in reperibilità, nell’arco delle tre giornate, con picchi superiori al 70% nelle aziende ospedaliere di Marche Nord e Torrette. A questi vanno aggiunti oltre 1.000 operatori della Protezione Civile e della Polizia Municipale che hanno garantito gli interventi ed i controlli nel territorio». La Cisl è al lavoro affinché «con la Regione si giunga in settimana a definire accordi economici tesi a riconoscere ai professionisti della Sanità marchigiana pubblica e privata quanto dovuto per l’enorme sforzo compiuto da febbraio in poi mettendo quotidianamente a rischio la propria incolumità fisica. Così come avvenuto in Toscana, Emilia Romagna, Lazio ed Umbria anche infermieri, oos, operatori tecnici devono veder riconosciuti in termini di risorse aggiuntive ed indennità quanto dovuto per l’emergenza Covid così come il riconoscimento del tempo di vestizione».

 

 



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