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Ballarin, il M5S chiede alla “giuntina”
maggiore coinvolgimento popolare

SAN BENEDETTO - L’ex stadio torna ancora una volta al centro del dibattito politico locale, con i grillini che reclamano il diritto alla partecipazione della cittadinanza nella progettazione della nuova area, tirando in ballo i principi europei tutelati dalla convenzione di Aarhus
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«Uno spazio grande ed ecosostenibile, di cui la città e il quartiere hanno assolutamente bisogno, anche considerando la condizione di un territorio fortemente urbanizzato tra la collina e la costa». È questo il futuro che il Movimento 5 Stelle di San Benedetto sogna per l’ex stadio Ballarin, lo storico impianto della Sambenedettese da anni in attesa di una riqualificazione che possa restituire alla città, in una veste più moderna e decorosa, un simbolo di passione e legame viscerale con il territorio.

Tuttavia, prima di elaborare progetti e prendere provvedimenti concreti, secondo i pentastellati è indispensabile tener conto dell’opinione di chi quell’area, una volta rinnovata, sarebbe poi chiamato a frequentarla: la cittadinanza.

«La logica vorrebbe che, in un processo decisionale così importante, si ascolti e si consideri attentamente, anche attraverso consultazioni pubbliche, l’opinione di chi poi quello spazio dovrà viverlo, ancor più se non si tratti di una osservazione isolata ma venga da un comitato, con tanto di progetti circostanziati».

A questo proposito, a finire nel mirino dei 5 Stelle è stata l’Amministrazione comunale, rea di non essere stata in grado negli ultimi anni di avanzare proposte concrete e condivise con i sambenedettesi. «Ad osservare come si evolvano le operazioni legate all’area dello stadio Ballarin, si comprende esattamente quale sia la miopia di questa “giuntina” e come si debba ringraziare il cielo per il fatto che abbia finalmente imboccato la strada di uscita. Pochi mesi ancora e, sperando non continuino a far danni, non sentiremo più parlare di loro per un bel pezzo».

La linea seguita dai grillini è quella tracciata qualche anno fa dalla convenzione di Aarhus, firmata nell’ormai lontano 1998 dai rappresentanti della comunità europea e incentrata sul concetto di partecipazione dei cittadini interessati ai processi decisionali, un tema da sempre caro agli attivisti del Movimento. «L’idea alla base è quella che il cittadino, avendo accesso a più informazioni, possa ampliare le opportunità e le scelte a propria disposizione e possa avere un peso nelle scelte che vengono prese a livello gestionale, realizzando il proprio diritto a vivere in un ambiente che rispetti il proprio benessere e la propria salute.

Anche se esistono altre proposte sull’area – talvolta condivisibili, altre meno – quello che però vogliamo sottolineare con forza e chiarezza è la distanza inaccettabile fra chi detiene il potere e chi, quotidianamente, lotta per il bene della propria città e chiede solo di discutere decisioni tanto importanti».

Richiamando alla memoria vicende, più o meno travagliate, legate alla città di San Benedetto, il comitato locale del Movimento chiede dunque a gran voce un cambio di rotta in tema di partecipazione popolare, invitando la popolazione a difendere i propri interessi anche in vista delle prossime elezioni.

«I cittadini sono stanchi di essere governati da rigurgiti della vecchia politica che si mettono d’accordo e fanno inciuci ancora “nell’ombra”. Occorre un cambio di passo, occorre essere all’avanguardia, occorre innovazione gestionale e politica, occorre trasformare il modo di fare politica, basato oggi soltanto su logiche clientelari.

Alla luce di quello che è accaduto, ad esempio, con la scuola Curzi, la farmacia comunale o il Pino Bar e quant’altro, fino a tornare indietro alle pensiline fotovoltaiche nello stesso quartiere – “giuntine” diverse ma sempre decisioniste sulla pelle dei cittadini -, rivolgiamo un appello ai sambenedettesi: si smetta di essere sudditi, in alternativa a questo sistema di potere c’è, e si chiama Movimento 5 Stelle. Si rifletta, al momento di scegliere di chi fidarsi».


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