di Andrea Pietrzela
La rasoiata di Scamacca che ha trafitto Paleari, portiere del Cittadella, coincide con la rete numero 25 dell’Ascoli: ad oggi soltanto Benevento (27) e Pescara (26) hanno fatto meglio. Per una strana coincidenza, anche un anno fa il Cittadella arrivava al “Del Duca” per la sedicesima giornata di Serie B: allora il rigore di Ardemagni (sedicesimo centro bianconero in campionato) riagguantava la rete di Schenetti e l’Ascoli era costretta ad accontentarsi di un pareggio. Quest’anno è andata diversamente, perché mister Zanetti aveva definito il match con la formazione veneta «la gara spartiacque della stagione bianconera» in una delle conferenze pre partita finora più lunghe, segno di quanto la gara con il Cittadella fosse importante per tutti: allenatore, giornalisti, tifosi e calciatori. Insomma per tutto l’ambiente, ancor di più nel venticinquesimo anniversario della scomparsa di Costantino Rozzi.
Ancor di più perché la squadra di Venturato è una diretta concorrente e una vittoria – poi arrivata – avrebbe dato alla squadra maggior consapevolezza nei propri mezzi, che è proprio quello che è mancato finora all’Ascoli per fare il salto di qualità. Per diventare grande, l’Ascoli ha bisogno di passare attraverso successi come quello di sabato. Tre punti sudati, soffrendo quando c’era da soffrire nel primo tempo e alzando la testa nel secondo, quando il Cittadella ha inevitabilmente abbassato il ritmo. Tre punti ottenuti con intelligenza, potremmo dire studiati, contro un avversario che a tratti è apparso tecnicamente superiore e tatticamente più organizzato. Tre punti che sono, almeno in parte, merito di un allenatore che punta ad eliminare tutti quei dettagli che lo hanno condannato a Empoli e Salerno e che «sono la differenza tra un campionato mediocre e un campionato di vertice».
Parole di Zanetti. In trasferta l’Ascoli è scesa in campo con più paura di subire in gol – vedi Crotone o Verona – rispetto a quando gioca al “Del Duca”. Perché «il fattore casa esiste, sia per noi sia per gli altri». Parole di Zanetti. Ma con Salernitana ed Empoli non è stato così. Sono mancati i risultati, non le prestazioni. E con il Cittadella non è mancato neanche il risultato: «finalmente non si è preso gol, e fatalità quando non si prende gol si vince». Parole di Zanetti, un allenatore che a Genova era scontento perché avrebbe voluto mantenere il vantaggio e superare il turno. Perché «l’Ascoli deve puntare a vincere sempre, sia in casa che in trasferta».
Altre parole di Zanetti, un allenatore giovane – 37 anni ieri, tanti auguri mister – e ambizioso, che vuole i playoff («l’obiettivo reale di questa squadra») ma che non si pone limiti e che tiene sempre un occhio puntato sul secondo posto, quel sogno che dopo sedici giornate dista quattro lunghezze ed è occupato dal Pordenone, prossimo avversario dei bianconeri. Zanetti sta plasmando il suo Ascoli, mentalmente e tatticamente, partita dopo partita. Domenica prossima sapremo qualcosa in più sulle reali ambizioni del suo Ascoli.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati