Nel cuore del quartiere Monteverde i residenti si ritrovano a fare i conti con un fenomeno piuttosto singolare: una vera e propria “foresta” privata che cresce indisturbata proprio a due passi dalle abitazioni (in coda trovate alcuni vecchi articoli). Non si tratta di un progetto ecosostenibile innovativo né di un’attrazione naturalistica, ma di un’area verde che, da anni, versa in uno stato di abbandono tale da trasformarsi in un habitat ideale per erbacce alte, topi e, chissà, forse anche qualche creatura leggendaria.
La colpa? Tecnicamente, la “foresta” appartiene alla Società E.S.T. S.R.L. (ex ditta Alesi), ora sotto gestione di un curatore fallimentare del tribunale di Ascoli. Il Comitato Monteverde, guidato dal presidente Ennio Saldari, da anni invia puntuali solleciti – con tanto di Pec – per chiedere il taglio delle erbacce infestanti e la pulizia dei terreni, ma ad oggi le aree verdi sembrano più un set naturale per un film horror che uno spazio da vivere.
La situazione? Erba alta che farebbe impallidire la savana africana, ratti che si godono la pace conquistata e nessuna potatura o manutenzione a prevenire i rischi di incendio. Il Comitato insiste per un intervento immediato e propone addirittura un piano condiviso di manutenzione con almeno due tagli stagionali, per evitare che Monteverde diventi la nuova giungla urbana.
Ecco quindi il curioso paradosso: una foresta che cresce a ridosso delle case, non per scelta ecologica, ma per la disattenzione e la burocrazia. Gli abitanti di Monteverde, intanto, restano spettatori tra mosche, topi e arbusti che pian piano conquistano ogni centimetro quadrato.
Forse sarebbe il caso che qui si organizzasse anche qualche safari urbano o una visita guidata tra le “meraviglie” di questa riserva naturale… privata, ma decisamente selvaggia.
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