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Accesso agli atti, la minoranza vuole sottoporre la circolare al prefetto

SAN BENEDETTO - I consiglieri di opposizione accolgono sfavorevolmente la nota ricevuta dalla segreteria su diritti e ostruzionismo: «Un documento del genere non fa altro che inasprire i rapporti tra Consiglio e Amministrazione»
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Pasqualino Piunti, Giorgio De Vecchis, Luciana Barlocci e Aurora Bottiglieri

 

di Giuseppe Di Marco

 

«In minoranza dobbiamo valutare il da farsi: probabilmente chiederemo un chiarimento al prefetto per capire come si debba interpretare questa nota, che non è piaciuta a nessuno». E’ con queste parole che Pasqualino Piunti sintetizza il malumore della minoranza, a seguito della circolare inviata dalla segreteria generale sul diritto di accesso agli atti.

 

La nota, che ricorda come questo diritto non debba contrapporsi al “buon andamento” dell’Amministrazione, ha scatenato le ire dell’opposizione, che protesta in blocco per la piega che hanno preso gli eventi a seguito di un incontro avuto pochi giorni fa con lo stesso prefetto: un rendez vous nel quale sono state illustrate le difficoltà riscontrate nell’accesso agli atti amministrativi.

 

«Quanto abbiamo letto è è prova di un oscurantismo troglodita e medievale – commenta Giorgio De VecchisLa circolare, inopinatamente mandata ai consiglieri, rappresenta un atto che per nulla si concilia con lo statuto comunale. La nostra attività rientra nella più totale normalità: si tratta di accessi di natura immediata, in quanto le nostre richieste sono state sempre molto semplici. Evidentemente qualcuno che si è chiuso a riccio ha adottato una tattica difensiva assolutamente fuori luogo. Questa, lo ricordo, doveva essere una casa comunale trasparente. Di fronte a questo comportamento non possiamo che alzare il livello dello scontro».

 

Luciana Barlocci, da poco entrata a far parte della minoranza, non è da meno: «Riscontriamo un’enorme difficoltà nell’avere i documenti – attacca la consigliera – e non certo per la scarsa collaborazione dei dipendenti. Lo scorso mese attesi 15 giorni per gli atti del consiglio, dopodiché fui costretta a scrivere al Prefetto. Con gli altri enti problemi del genere non mi sono mai capitati. Questa circolare mi lascia basita, anche perché sono tuttora in attesa di ricevere atti per i quali ho fatto richiesta formale. Credo che una nota così non possa che inasprire i rapporti tra uffici e consiglieri. A San Benedetto regna un’atmosfera omertosa e improntata sulla scarsissima condivisione: tanto per il Ballarin quanto per la piscina, l’ospedale, le Frecce Tricolori, e chi più ne ha più ne metta».

 

Ad essere in disaccordo su tutta la linea è anche Aurora Bottiglieri: «Come già detto più volte, le numerose richieste degli atti sono dovute al fatto che le commissioni presiedute dalla maggioranza non vengono convocate: per cui, per avere notizie ed informazioni è inevitabile procedere alla richiesta degli atti. Porto ad esempio la commissione Lavori Pubblici che in questo momento sono al centro dell’attenzione di tutta la città: in 16 mesi è stata convocata una sola volta, e peraltro dietro richiesta del centrodestra».


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