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Matteo, 14 anni, e il libro che non t’aspetti:
«Vi racconto la mie creature fantastiche»

MONTEPRANDONE - Il giovanissimo autore parla della raccolta fantasy uscita per Capponi Editore e passata all'ultimo Salone di Torino. Storia di un talento sbocciato in età precoce: «Dopo aver letto tanto sentivo l'esigenza di mettere su carta le mie emozioni»
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di Martina Fabiani

Un drago che prende vita, un lupo dal cuore d’oro per migliore amico, un viaggio nello spazio a tu per tu con gli alieni, l’ausilio di un orsetto di peluche per scacciare via gli incubi e, ancora, la natura che punisce e allo stesso tempo insegna. Questo e molto altro avviene in “Un lupo speciale e altre creature fantastiche” di Matteo Piermanni, uscito per Capponi Editore lo scorso 15 febbraio. Si tratta di una raccolta di otto racconti fantasy, un viaggio nel fantastico senza bussola e dove il confine tra realtà e fantasia risulta sfumato, tanto da non capire dove inizia l’una e finisce l’altra.

Matteo Piermanni

Piermanni ha 14 anni, vive con la mamma Maria Rosa e il papà Roberto a Centobuchi e frequenta il primo anno del Liceo Linguistico di San Benedetto del Tronto. Il lunedì prende lezione di pianoforte e gli altri pomeriggi della settimana, dopo i compiti, si dedica alla lettura e alla scrittura. Il ragazzo cita Sepùlveda, Rodari, Rowling e Tamaro tra i suoi autori di riferimento. Matteo aveva solo 13 anni quando ha cominciato a mettere su carta le storie di “Un lupo speciale”. «Dopo aver letto tanti libri, avvertivo la necessità di esprimere i miei sentimenti e dare sfogo al periodo difficile dell’adolescenza -racconta Matteo- ho scelto il racconto perché mi sembrava la maniera migliore per iniziare». Il ragazzo si avvicina al mondo dei libri a cinque anni, età in cui già possedeva una buona dialettica e aveva fame di storie. «Le maestre volevo mandarlo direttamente alle scuole elementari -afferma la mamma- ma essendo di aprile, ho preferito non fargli bruciare le tappe e farlo divertire ancora un anno all’asilo».

Matteo è un ragazzino solare e consapevole. Risponde con prontezza alle domande, utilizzando un lessico accurato. «Questa proprietà di linguaggio ha sempre fatto parte di Matteo e i temi che doveva svolgere per compito sono sempre stati molto articolati -continua Maria Rosa- sapevo che in seconda media aveva iniziato a buttare giù qualcosa e ho poi trovato i fogli contenenti le storie per puro caso mentre riordinavo». Matteo scrive tutto a penna poiché le cefalee non gli consentono di trascorrere troppo tempo davanti al pc, è poi sua madre a trascrivere tutto al computer. Il primo a leggere e apprezzare gli otto racconti è stato Stefano, un amico di famiglia, ma il giudizio di una persona troppo coinvolta non bastava alla famiglia Piermanni. Tutto il materiale è stato poi inviato alla sorella di Stefano senza che le venisse comunicato il nome e l’età dell’autore. Ricevuti diversi pareri positivi, la famiglia ha deciso poi di mobilitarsi per cercare un editore.

La copertina di “Un lupo speciale e altre creature fantastiche”

I bambini sono al centro di ognuna delle otto avventure di “Un lupo speciale” e, accompagnati da animali o personaggi fiabeschi, diventano spesso artefici della conversione di un essere malvagio o intermediari per ripristinare l’ordine delle cose. È il caso di Francesca, protagonista di “Un pittoresco drago” che, per mezzo del dialogo, pone fine alle barbarie del drago Black Fire, salvando così la città di Draghos. In altre storie, invece, ai bambini viene impartita una lezione: in “Un capriccio nell’infinito” Edoardo in rinuncia al proprio egoismo solo quando si rende conto che per ogni vizio che gli viene concesso, un alieno si addormenta. Sono storie rivolte ai ragazzi, quelle di Matteo Piermanni, ma questo non deve essere inteso come un limite. «Un bambino può usare la fantasia per leggere le mie storie mentre l’adulto può applicarvi il filtro della realtà», spiega il piccolo autore. In ognuna delle otto vicende ci sono paure da superare, mostri (sia fisici che metaforici) da affrontare e difetti da limare.

Matteo al Salone del Libro di Torino

C’è l’altro – in tutte le sue molteplici forme – nelle storie di Matteo, e c’è l’io in relazione con l’altro. Inevitabilmente ogni nostra azione incontra o si scontra con gli altri, in essi provoca armonia o disarmonia. «Affronto i miei mostri rifugiandomi nella lettura o suonando il pianoforte. Anche il dialogo è per me una fonte di sfogo, mi piace parlare e confrontarmi con gli altri», confessa Matteo. «E pure da solo», aggiunge ironicamente il papà. È “Stellino l’orsetto magico” la storia che ha visto la luce per prima mentre “Un lupo speciale” – che dà il titolo al libro – quella a cui Matteo è più affezionato. «La sento particolarmente mia, avendo vissuto in prima persona i fenomeni di bullismo», racconta il ragazzo. Tali episodi si sono verificati tra seconda e terza media, specialmente durante l’ora di educazione fisica ed è stata coinvolta anche una psicologa. «Sono riuscito piano piano a farmi valere e a imparare a non dargli più peso», continua Matteo. Nel libro si avverte l’eco di questo periodo: sono presenti sentimenti come la sopraffazione del più forte, l’egoismo, l’uso della forza, ma senza mai attecchire. E sono poi valori come la condivisione e l’amicizia a dilagare. L’idea originaria era quella di accompagnare il testo con illustrazioni, ma queste ultime avrebbero posto un freno all’immaginazione del lettore, motivo per il quale si è scelto di tenere solo la parte testuale. Siamo già alla terza ristampa di “Un lupo speciale” e probabilmente il libro di Matteo verrà adottato come volume di narrativa in alcune scuole del territorio. I proventi derivanti dai diritti d’autore relativi al libro saranno devoluti alla Fondazione Bambino Gesù Onlus. «Ho fatto questa scelta perché, a causa delle cefalee, devo fare controlli di routine al Bambin Gesù -spiega Matteo- lì vedo bambini che soffrono anche di malattie molto gravi e volevo fare loro del bene anche attraverso ciò che scrivo».

Matteo è appena tornato dal Salone Internazionale del Libro di Torino poiché la Capponi Editore ha portato il suo come libro di genere fantasy. «Ho percepito l’immensità del Salone già da fuori -racconta il ragazzo- C’erano personaggi di spicco e questo mi ha fatto sentire piccolo, ma allo stesso tempo emozionato all’idea che un grande avrebbe potuto stringere tra le mani il mio libro». Matteo cita, tra le tante emozioni del Salone, anche l’incontro con Sepùlveda. «Sto già lavorando ad un altro libro fantasy -conclude- ma questa volta si tratterà di un romanzo».

 


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