«No al Biodigestore», dopo la diffida arriva il ricorso al Tar

MONTALTO - Sono 19 dei 20 comuni coinvolti, tra Piceno e Fermano (Smerillo si è tirato indietro), che hanno dato incarico all'avvocato Ceruti di intraprendere l'iniziativa, volta a bloccare l'autorizzazione arrivata nel frattempo dalla Provincia di Ascoli
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Un momento della manifestazione contro il biodigestore, a Montalto lo scorso 4 luglio

 

Dalla diffida dal ricorso al Tar contro la realizzazione dell’impianto di produzione di biometano, in contrada San Salvatore di Force. E’ la strada scelta da 19 sindaci dei Comuni della Vallata dell’Aso, a cavallo tra Piceno e Fermano, per interrompere l’iter autorizzativo da parte della Provincia di Ascoli.

Capofila dell’iniziativa è Montalto delle Marche. 

Il tema è quello del possibile insediamento di un impianto di produzione di biometano tramite fermentazione dei rifiuti organici (forsu) nella Vallata dell’Aso, a San Salvatore di Force.

La discussione va avanti da tempo tra proteste da parte della popolazione e dei sindaci, e prese di posizione di vari enti. E moltissime sono state le sollecitazioni già presentate alla Provincia dall’intera comunità interessata, che non hanno mai avuto risposta.

Fra le maggiori preoccupazioni, legate al sorgere del biodigestore, in grado di produrre biometano, tramite fermentazione dei rifiuti organici (forsu), ci sono le dimensioni dell’impianto, «del tutto spropositate – affermano i riccorrenti – rispetto alle effettive esigenze del territorio con le conseguenti problematiche relative alla viabilità di tutta la Valle dell’Aso, oltre ai rischi per la salute che potrebbero derivare dai gas di scarico dei mezzi e dell’impianto stesso, e all’impatto economico sulle attività produttive preesistenti».

I comuni promotori dell’iniziativa sono appunto 19, tra le province di Ascoli e Fermo (si è sfilato Smerillo rispetto all’atto formale di diffida precedente): Montalto delle Marche, Ortezzano, Montelparo, Altidona, Petritoli, Monte Vidon Combatte, Carassai, Montefiore dell’Aso, Montedinove, Rotella, Comunanza, Montefalcone Appennino, Santa Vittoria in Matenano, Monterubbiano, Monterinaldo, Campofilone, Lapedona, Moresco e Pedaso.

L’incarico di formalizzare il ricorso è stato affidato all’avvocato Ceruti.

«Non abbiamo mai abbassato la guardia su quel progetto e abbiamo sostenuto fin dall’inizio che l’iter autorizzativo presentava diverse carenze, a partire dal mancato coinvolgimento del territorio. Ma ora che è arrivata anche l’autorizzazione da parte della Provincia di Ascoli non potevamo che ricorrere al Tar e aspettare fiduciosi l’esito del ricorso», dichiara Daniel Matricardi, sindaco di Montalto delle Marche.

 



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