di Bruno Ferretti
Missione compiuta. O quasi. Manca solo il conforto della matematica. L’Ascoli ha battuto il Venezia salendo a quota 42 con Cosenza e Cremonese. Per la salvezza manca solo l’ufficialità, quasi un dettaglio perché appare obiettivamente poco credibile ipotizzare che lo spuntato Venezia di Cosmi possa recuperare i 9 punti di ritardo (42 contro 33) nelle restanti quattro partite. Ci vorrebbe un “terremoto calcistico” del tipo: Ascoli sempre sconfitto da qui alla fine, Venezia bottino pieno. Ipotesi davvero fantasiosa.
Ma torniamo alla partita di Pasquetta, disputata sotto una pioggia incessante che ha appesantito il rettangolo di gioco moltiplicando la fatica dei calciatori. Quasi tutti a fine gara erano stremati. Quelli dell’Ascoli sono andati sotto la curva sud a salutare festosamente è ringraziare i tifosi per la grande spinta che, anche stavolta, hanno dato alla squadra del cuore tagliando idealmente insieme il sospirato traguardo.
L’Ascoli ha conquistato il prezioso successo nonostante le assenze di titolari importanti come gli squalificati Ninkovic e Addae, gli indisponibili Laverone e Beretta ai quali si è aggiunto in extremis il portiere Lanni, vittima di attacco febbrile. Il forfait di Lanni ha riaperto la porta a Milinkovic-Savic che si è fatto trovare pronto: non ha dovuto compiere mirabilie ma è stato attento e reattivo in ogni situazione. Anzi, nel finale ha fatto valere i suoi 202 centimetri catturando tutti i palloni alti che il Venezia faceva piovere in area durante il forcing finale.
Non è stata una partita spettacolare per le condizioni del campo e anche per l’inevitabile tensione causata dall’importanza della posta in palio. L’Ascoli ha vinto con un rigore trasformato da Ardemagni. E contestato da Cosmi. Vero è che Modolo, forse in maniera involontaria, ha intercettato il pallone in area con il braccio sinistro. Ma il rigore è giusto perché tra le norme arbitrali c’è anche quella che invita i direttori di gara a non tenere conto della volontarietà. Se c’è un danno per l’avversario, in questo caso il cosiddetto “danno procurato”, è comunque rigore. Giusta, pertanto, la decisione dell’arbitro Marinelli. E Serse, che a bordo campo ha protestato con il quarto ufficiale, se n’è fatta una ragione. L’ex tecnico bianconero é stato accolto al “Del Duca” con un applauso dai tifosi, per la verità un pò freddini, forse anche per la serata fredda e piovosa.
Sognare non è vietato, e ora una parte consistente dei tifosi sogna di agganciare in extremis la zona playoff. Sembra di stare dentro all’ascensore dell’umore che una volta sale verso l’esaltazione e un’altra scende verso la depressione. Con il rischio di farsi venire un mal di testa. E’ allora consigliabile restare con i piedi ben saldi terra e… vivere alla giornata. Due trasferte consecutive ora attendono l’Ascoli: domenica 28 aprile a Cittadella, poi mercoledì 1 maggio a Brescia. Quindi l’ultima in casa col Palermo e chiusura a Crotone. Calma e gesso.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati