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Il cambio al vertice di Ast Ascoli: Nursind, Nursing Up e Usb chiedono a Saltamartini un incontro «urgentissimo»

SANITA' - I sindacalisti vogliono conoscere i motivi alla base della decisione della della Giunta regionale, preoccupati per l'esito delle diverse vertenze in corso
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Un incontro urgentissimo: lo chiedono all’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, i segretari territoriali Maurizio Pelosi (Nursind), Roberto Tassi (Nursing Up) e Mauro Giuliani (Usb), dopo la mancata proroga di Vania Carignani a commissario di Ast Ascoli.

«A mezzo stampa (leggi qui) – sono le parole dei sindacalisti – l’assessore ha dichiarato che voleva incontrare tutte le organizzazioni sindacali, pertanto siamo qui a a chiedere un incontro urgentissimo, per chieder, innanzitutto, le motivazioni della nomina del “ad interim” del commissario straordinario Roberto Grinta, al posto della Carignani».

I rappresentanti dei lavoratori in questione non hanno preso bene il cambio al vertice, preoccupati per l’esito delle diverse vertenze in corso, come «la restituzione di 495.000 euro nel fondo produttività 2021, la questione dei tempi vestizione», per cui ricordano di essere in attesa della convocazione del prefetto per la procedura di raffreddamento a seguito dello stato di agitazione.

«Attendiamo risposte concrete e tangibili davanti al prefetto – sottolineano Pelosi, Giuliani e Tassi – con la liquidazione economica ai lavoratori dal 2018 ad oggi con lo stipendio di giugno 2023. Invitiamo l’assessore in quella sede, dato che l’Asur per oltre 5 anni ha negato il diritto ai tempi di vestizione»

«Rispetto agli incarichi di funzione – si legge ancora nella nota sindacale – ricordiamo che c’è un procedimento in tribunale. Noi siamo d’accordo con lei assessore quando ha dichiarato che le regole e le leggi si rispettano. Chiediamo pertanto che l’istituzione dei nuovi incarichi di funzione avvenga secondo le norme previste dal nuovo Ccnl del comparto 2019-2021».

E’ lunga e ormai nota la lista delle richieste dei sindacalisti, che rivendicano anche – tra le altre cose come la revisione del Piano di Fabbisogno per il 2023 – il riconoscimento della indennità di malattie infettive, la premialità Covid 2020, il pagamento dei festivi infrasettimanali, negato da anni e diverse sentenze  hanno sancito l’illegittimità di tale comportamento (oltre 50.000 euro di spese legali).

«Qualora la nostra richiesta di incontro venga disattesa per l’ennesima volta – prometto i sindacalisti – non mancheranno plateali proteste congiuntamente con i dipendenti non
escludendo i ricorsi legali». 



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