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Fioravanti scatta: sette civiche
e simbolo di Forza Italia:
«Lo ha deciso Berlusconi»
Antonini: «Lascio il Consiglio»

ASCOLI - Il candidato sindaco del centrodestra inizia ufficialmente la sua corsa: «La prima battaglia è quella contro l'ospedale unico. Poi ricostruzione, lavoro e scuole sicure». In sala non si vede Tega: "raffreddamento" con la coalizione. Silvestri sovraintende a ben quattro formazioni. Mezza città scende in campo
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Marco Fioravanti durante il suo intervento nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani

di Franco De Marco

(Fotoservizio Andrea Vagnoni)

La sorpresa, nella presentazione ufficiale del candidato sindaco Marco Fioravanti, indicato dal tavolo nazionale del centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), è la presenza del simbolo di Forza Italia. Il giorno prima il commissario regionale del partito di Silvio Berlusconi, Marcello Fiori, e il responsabile nazionale dell’organizzazione, Gregorio Fontana, avevano gelato i consiglieri comunali Donatella Ferretti e Alessandro Bono che annunciavano di lavorare ad una lista azzurra. Sembrava, insomma, che Forza Italia, con quella mossa, fosse intenzionata, nella pratica, a negare il simbolo sia a quella parte del partito che appoggia Fioravanti sia a quella che appoggia il consigliere regionale Piero Celani, forzista della prima ora, che si candida pure a sindaco con largo seguito di esponenti di Forza Italia. Come mai questo cambiamento di rotta? A dare la risposta è stato Filippo Olivieri, assessore comunale di San Benedetto, al tavolo della presidenza dei lavori in veste di delegato dal Coordinamento regionale. «E’ intervenuto Berlusconi. Forza Italia rispetta l’accordo nazionale e sostiene quindi Fioravanti» dice.  L’iniziativa di Fiori e Fontana avrebbe quindi voluto solo ricordare ai due consiglieri comunali uscenti e scalpitanti che, in base allo statuto, la formazione delle liste nei capoluoghi di provincia è di competenza del Coordinamento regionale sia per la scelta dei nomi sia per gli adempimenti burocratici.

Il portavoce regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, lancia un appello per ricompattare tutte le anime del centrodestra. E si rivolge a Piero Celani. «Anche lui – dice – onori la scelta del tavolo nazionale. Non c’è solo questa partita. L’anno prossimo si voterà per il rinnovo della Regione. Il grafico di Fioravanti ha lasciato due simboli vuoti…». Come dire: Celani rientri nella coalizione e per lui ci potrebbe essere la candidatura a presidente della Regione  (ma questa proposta, dice una vocina, gli è stata già fatta). Ciccioli, che nella vita di tutti i giorni è un valente psichiatra, fa anche una battuta simpatica riferendosi a questa agitata fase preelettorale: «Da medico vi dico che Ascoli è una città complicata… Tutti hanno aspettative e visioni anche motivate, ma ci sono anche altri appuntamenti, c’è un campionato da giocare per il centrodestra. Regione e Governo devono fare di più per Ascoli».

Nella Sala dei Savi Marco Fioravanti, con accanto, oltre ad Olivieri, Andrea Antonini (Lega), Luigi Capriotti (Fdi) e Carlo Ciccioli (Fdi), si è ufficialmente presentato alla città forte dei 3 simboli dell’investitura nazionale e con i simboli di 7 liste civiche: Forza Ascoli (riferimento all’assessore uscente Gianni Silvestri), Cittadini in Comune (riferimento a Gianni Silvestri), Noi Siamo Ascoli (riferimento a Gianni Silvestri), Per Ascoli (riferimento a Massimiliano Di Micco e a Gianni Silvestri), Insieme per Ascoli (riferimento a Cesare Celani, Monica Acciarri e Luca Cappelli),  Ascoli nel futuro (riferimento a Valentino Tega) e Noi di Ascoli (riferimento a Massimiliano Brugni). Nel volantino distribuito ci sono anche due simboli vuoti («le porte sono aperte»). In totale, dunque, al momento, 10 liste per Fioravanti. Una valanga di nomi. Mezza città. In sala si è fatta notare l’assenza sia di Valentino Tega che all’ultimo momento ha avuto un “raffreddamento”, su un punto preciso, nei rapporti con la coalizione. Il confronto continua. Raffreddamento non rottura. Assente anche Gianni Silvestri ma per il “bouquet” delle sue ben 4 liste c’era però il consigliere comunale uscente Laura Trontini . In sala, tra il pubblico, il sindaco Guido Castelli, il notaio Nazzareno Cappelli, tanti consiglieri uscenti ed entranti, curiosi.

Donatella Ferretti, Guido Castelli, Massimiliano Brugni

L’altra sorpresa, ma non tanto, è la posizione ribadita con molta chiarezza ed onestà dal commissario della Lega provinciale Andrea Antonini. In lista ci sarà anche lei e poi farà anche l’assessore? «No. Non farò di sicuro l’assessore. – risponde – Probabilmente non sarò nemmeno in lista. Dopo 24 anni che siedo nel Consiglio comunale o facevo il candidato sindaco oppure niente. Mi pare opportuno di lasciare spazio ad altri. Mi sposto di lato».  E alla domanda se nella Lega c’è uno scontro la “sensibilità” diverse, ovvero quella che fa capo ad Antonini e quella che fa capo all’on. Giorgia Latini, il commissario provinciale risponde: «C’è una unica sensibilità. Non nascondo che la base della Lega avrebbe preferito un  candidato sindaco del Carroccio, aspettativa legittima, ma la Lega rispetta la decisione presa a livello nazionale e appoggia convintamente Fioravanti per il bene del centrodestra che da 20 anni condivide un’idea di città. Fioravanti è giovane, consente un ricambio ed ha la capacità di interpretare le esigenze della contemporaneità».

Andrea Antonini (Lega)

Fioravanti, che per la cronaca si è sempre dimostrato sicuro che su di lui la coalizione si sarebbe coagulata, è entrato subito nei punti fondamentali del suo programma elettorale. «Ci sono – dice – i progetti avviati che vanno portati a conclusione: i 18 milioni per Monticelli, il progetto Iti e altri ancora. C’è da pensare soprattutto alla ricostruzione post terremoto per rilanciare l’economia. Impegno prioritario: tutti i bambini devono vivere in scuole sicure. Dobbiamo combattere lo spopolamento del centro storico pensando a parcheggi, viabilità, a incentivare nuove aperture di negozi». E rilancia la proposta – suo mantra – di chiedere una deroga alla legge europea sulla concorrenza europea affinché i lavori per la ricostruzione siano affidati solo a imprese locali. «Così si crea nuovo lavoro e si combatte l’infiltrazione della criminalità. Anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, l’altro giorno ad Arquata, si è dichiarato d’accordo. Ma subito – continua Fioravanti – bisogna bloccare l’idea di ospedale unico del presidente della Regione Luca Ceriscioli. Questa è la nostra prima battaglia. Non serve un’opera che costa 500 milioni, non serve investire sul cemento ma serve investire sui macchinari e sul personale dell’ospedale Mazzoni. E vogliamo l’Azienda Ospedaliera Marche Sud. La scelta della Regione è scellerata». Luigi Capriotti, vice sindaco di Acquasanta, fa una previsione che carica il popolo di centrodestra: «Se vinciamo ad Ascoli ci saranno poi tante possibilità di conquistare anche la Regione».

LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI

 

 


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