facebook rss

Cresce la tensione in Ast Ascoli: dalla richiesta di riapertura del tavolo delle trattative all’allarme sul Pronto Soccorso

ASCOLI - C'è anche chi parla di "sdegno" per il conferimento del titolo di Cavalieri a 25 operatori sanitari. Intanto si aspetta la prima mossa del commissario Capalbo, chiamata  a traghettare la Sanità picena fino all'arrivo del direttore generale designato dalla Regione, Nicoletta Natalini
...

 

 

Mentre in Ast Ascoli si attendono le mosse del commissario Maria Capalbo, chiamata a traghettare la Sanità picena fino all’arrivo del direttore generale designato dalla Regione, Nicoletta Natalini, i sindacati non restano a guardare e, una ad una, ribadiscono le motivazioni alla base delle vertenze.

 

Il clima che si respira in Ast Ascoli non è dei più sereni, con reparti ospedalieri più critici di altri, come il Pronto Soccorso (sotto la nota dell’Usb a riguardo).

 

Addirittura c’è chi si “indigna” per i riconoscimenti consegnati il 2 giugno, quando 25 operatori sanitari sono stati insigniti del titolo di Cavalieri della Repubblica, rimarcando che la situazione è tale da mettere a repentaglio i rapporti tra colleghi all’interno degli ambienti di lavoro.

 

«Intendiamo rappresentare il forte sdegnoa parlare sono Giorgio Cipollini (Cisl), Viola Rossi (Cgil), Paolo Sabatini (Uil), Benito Rossi (Ugl Salute), Fauso Menzietti (Fials) e Paolo Grassi (Rsu)espresso dalla quasi totalità del personale dipendente dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli nel momento in cui hanno appreso che 25 loro colleghi sono stati nominati “Cavalieri della Repubblica” in quanto “in prima linea contro il Covid”.

I veri “eroi”, infatti, sono stati i tantissimi operatori sanitari i quali, senza che si conoscessero fino in fondo i devastanti effetti del Covid, sono stati costretti a recarsi nelle abitazioni private per effettuare i tamponi; gli infermieri e gli oss che hanno dovuto indossare veri e propri scafandri per prestare l’assistenza diretta ai pazienti nei reparti Covid, sostenendo turni massacranti, mettendo a rischio la propria incolumità e quella dei loro cari.

I “Cavalieri della Repubblica” sono stati loro nell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli non è stato erogato neanche un centesimo di premialità.

Non solo, non stati pagati i tempi di vestizione e di consegna da ben oltre cinque anni, non vengono concesse le ferie tanto da cumulare fino a cento giorni di congedo ordinario da fruire, non vengono riconosciuti i fondamentali diritti sanciti dal Contratto Nazionale di Lavoro e dalle sentenze della Suprema Corte di Cassazione.

Sicuramente sarebbe stato più semplice e senz’altro più equa l’iniziativa di attribuire il riconoscimento non ad alcuni fortunati prescelti bensì ai Servizi coinvolti o ancor meglio agli “Operatori” della sanità del territorio Piceno».

 

Ieri, 5 giugno, si è di muovo riunita la Rsu e,  a maggioranza (18 voti favorevoli, 4 astenuti), «ha deliberato di richiedere l’immediata convocazione della delegazione trattante di parte sindacale per affrontare le principali, gravissime ed urgenti problematiche del personale».

E sono, come elencano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, Ugl Salute, Fials e Rsu: il piano ferie 2023 del personale sanitario «colposamente non predisposto dalla competente dirigenza», la proroga dei contratti dei dipendenti a tempo determinato con contestuale varo del piano dei fabbisogni con assunzioni a tempo indeterminato, in particolare, personale infermieristico ed oss; immediato perfezionamento accordo relativo al pagamento dei tempi di vestizione, immediato conferimento degli incarichi di funzione, «pratica illegittimamente sospesa»; ridefinizione fondi contrattuali solo parzialmente implementati dalla Regione Marche a seguito delle iniziative sindacali; pagamento Peo e produttività relative agli anni 2021 e 2022, acconto produttività collettiva 2023.

 

L’Usb punta i fari sul Pronto Soccorso dell’ospedali “Mazzoni” di Ascoli e «sulle numerose criticità che  tutti i giorni devono affrontare oss e ausiliari socio assistenziali, sottoposti ad un carico di lavoro – con solo due  unità presenti a turno – e che dura da mesi, se non da anni, e che non è più accettabile».

 

Mauro Giuliani (Usb)

La situazione come descritta dal segretario Mauro Giuliani: «Osservazione Temporanea verde, che ha numerosi pazienti, fino a 14, a cui dare la giusta e adeguata assistenza igienico sanitaria, praticamente è un vero e proprio reparto di degenza, tanto è vero che il personale in oggetto esegue il giro letti di routine, oltre che a farlo in estemporanea quando vi è la necessità, e questa mole di lavoro è in aggiunta a tutti gli altri compiti che sono propri e richiesti nel Pronto Soccorso.

 
In caso di pazienti covid positivi, la stanza Sars ed il container sono sempre a loro carico. A questo si aggiungono i numerosi trasferimenti e trasporti per consulenze e esami diagnostici, svolti in autonomia, con elevato rischio per la sicurezza dell’utenza e dei lavoratori. 

Oltretutto, con barelle e carrozzine rotte e difettose.

E’ evidente – continua la nota sindacale – che due sole unità a turno non sono assolutamente sufficienti per espletare le dovute funzioni con la dovuta attenzione e tranquillità che le stesse comportano, per una erogazione con le caratteristiche minime per un servizio di qualità.

Il tutto viene incomprensibilmente aggravato dal fatto che il servizio di Radiologia, adiacente al Pronto Soccorso inaugurato da diversi mesi, è aperto inspiegabilmente solo poche ore al mattino e solo nei giorni feriali, causando oltre a un eccessivo carico di lavoro per queste figure, che sono costrette a trasportare utenti fino in Radiologia dopo un lungo e tortuoso percorso a ostacoli, anche lungaggini che dovrebbero essere evitate per l’utenza».

 

La richiesta di Usb: Almeno un’altra unità per ogni turno e l’apertura del servizio Radiologia Tac adiacente h 24, 7 giorni su 7, per dare una risposta all’utenza e alleggerire il carico di lavoro del personale oss e ausiliari.

 

Giuliani, a nome degli iscritti al suo sindacato, chiede inoltre «che venga garantito il trasporto con barelle sempre in coppia e con mezzi funzionanti.

Che venga assolutamente rivisto il percorso per pazienti Covid tenuto conto che attualmente è all’addiaccio ed esposto a intemperie, pertanto non a norma.

Che venga predisposto uno studio di fattibilità per utilizzare la posta pneumatica per i prelievi ematici e altro verso il laboratorio analisi, per liberare tempo e poter aumentare la presenza nella unità operativa.

Che siano rispettate le norme contrattuali e di legge in merito a turni, monte ore dovuto e riposi».  

 



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA



Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X