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L’influenza “falcia” anche il personale sanitario: ridotte due culle a Patologia Neonatale del “Mazzoni”

ASCOLI - La dg Natalini: «E' un periodo critico. Tre posti sono sufficienti per il fabbisogno del Piceno». E' stato scelto di non toccare piuttosto i letti in Pediatria, che nell'ultimo mese ha  registrato il pieno per complicanze legate al virus, particolarmente violento quest'anno. La protesta di Usb
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Nei riquadri, la dottoressa Natalini ed il dottor Ruffini

 

di Maria Nerina Galiè

 

L’influenza quest’anno ha colpito duro nel Piceno ed i suoi effetti si sono sentiti nei reparti di  Pediatria degli ospedali Ascoli e San Benedetto.

 

Non solo perché da Natale i posti letto, 12 al “Mazzoni” e 8 al “Madonna del Soccorso” sono stati sempre pieni.

 

Ha “falciato” anche buona parte del personale sanitario, tanto che è stato necessario ridurre di due letti la Patologia Neonatale che, al “Mazzoni”, è passata così da 5 a 3 posti, per permettere agli infermieri di coprire i turni con un professionista invece che due a turno.

 

Tutto dovrebbe ritornare come prima a fine febbraio, quando il picco influenzale avrà allentato la sua morsa. 

 

Con meno personale a disposizione – e qui è scattata la protesta del sindacato Usb (vedi sotto) – la scelta era di ridurre letti in Pediatria, dove c’era tanta richiesta di posti, o in Patologia Neonatale.

 

Tra giugno e luglio si era creata una condizione simile per la necessità del personale di fare le ferie. Poi tutto si è risolto con la chiamata “a tappeto” dell’allora direzione generale (leggi qui e leggi qui).

 

«Sono stati tantissimi  i piccoli che nell’ultimo mese hanno avuto bisogno delle cure ospedaliere a causa dell’influenza – spiega il dottor Ermanno Ruffini, direttore di Pediatria e Neonatologia di Ast Ascoli – che è  tremenda. Lo scorso anno abbiamo avuto tanti casi di Vrs (virus respiratorio sinciziale). Quest’anno, invece, numerosi ricoveri si sono resi necessari per complicanze polmonari dell’influenza, soprattutto in bimbi molto piccoli».

 

E’ la dottoressa Natalini a spiegare che la riduzione delle culle in Patologia Neonatale è stata una scelta che nulla toglie al Piceno: «Premetto che il nostro reparto lavora anche in supporto ad Ancona per la Patologia Neonatale. Accogliamo piccoli, il cui quadro clinico lo permette dopo la centralizzazione nell’hub del “Salesi”, e che arrivano da tutte le Marche ed anche dal vicino Abruzzo.

 

Se invece è un neonato del nostro territorio ad aver bisogno del ricovero al “Salesi”, lo riaccogliamo appena avrà raggiunto le condizioni per poter proseguire il percorso di cura al “Mazzoni”».

 

Gli ospedali del Piceno possono gestire piccoli nati tra le 32 e le 34 settimane, in base al quadro clinico, ed un peso di almeno 1 chilo e mezzo. Per la dimissione il neonato deve raggiungere almeno i 2 chili. 

 

«In un periodo critico come quello che stiamo attraversando – prosegue la dottoressa Natalini – abbiamo temporaneamente ridotto di due culle, ma posso dire che le tre rimaste non sono mai state utilizzate tutte contemporaneamente». 

 

Infine una simpatica riflessione, dal parte del primario di Pediatria, che non guasta parlando di piccoli malati, curati con estrema attenzione proprio per la loro tenera età: «In questo reparto siamo particolarmente “sotto pressione”, perché intorno ad ogni piccino gira una “folla” tra genitori, nonni, zii che si preoccupano, ci chiedono e vogliono essere rassicurati. Non ci si annoia mai». 

 

Un presidio dell’Usb davanti al “Mazzoni” di Ascoli

LA PROTESTA DI USB: «Non comprendiamo – si legge in uno stralcio della nota di Mauro Giulianicome si possa chiedere alla popolazione del Piceno di “fare figli” e contrarre allo stesso tempo un servizio che appunto deve garantire la tranquillità di poter far nascere i neonati in sicurezza.
Non è più accettabile caricare sulle spalle dei lavoratori con la “scusa” della carenza di personale infermieristico e ostetrico, quando si sono fatte proroghe di soli pochi mesi e si manderà a casa personale infermieristico.

 

A febbraio scadranno 7 infermieri, è necessario assumere stabilmente, in aggiunta al personale in essere, e non ridurre ulteriormente il personale in servizio.

 

Chiediamo il ripristino di tutti i posti letto nella patologia neonatale e di 2 unità infermieristiche a turno, temiamo che questa contrazione che va avanti dall’estate scorsa possa portare alla definitiva chiusura sia del punto nascita che del servizio di eccellenza del nostro ospedale.

 

Inoltre segnaliamo una grave carenza di ostetriche, figura fondamentale per il reparto di Ostetricia, per il punto nascita che nel 2023 ha visto un aumento delle nascite nel nostro territorio, ne chiediamo pertanto le assunzioni di almeno 3-5 ostetriche dalla graduatoria di concorso».



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