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Tragedia in A14, poteva essere strage ma la macchina dei soccorsi ha funzionato bene

NELL'INCIDENTE, e nel rogo che ha scatenato, ha perso la vita un uomo di 60 anni. Gli altri occupanti del pullman e gli autisti dei camion hanno fatto appena in tempo ad uscire con l'aiuto dei soccorritori
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di Maria Nerina Galiè

 

Il tamponamento, il rogo, la tragedia: l’ennesimo incidente del 4 aprile, ha allungato la scia di sangue nel maledetto tratto di autostrada A 14, tra Piceno e Fermano pieno di gallerie e cantieri.

Intorno alle ore 9,30 si è verificato il tamponamento. Nell’ordine: camion, pullman con a bordo 12 persone tra cui bambini (di una società macedone), altro camion.

E’ morto un uomo di 60 anni, l’autista del pullman. Ma per come sono andate le cose nella galleria Vinci di Cupra Marittima poteva essere una strage.

Non subito, ma poco dopo l’impatto, dal mezzo pesante che chiudeva la colonna sono partite le fiamme e in un attimo hanno avvolto il pullman, nel quale era rimasto solo l’autista, purtroppo incastrato.

Gli altri occupanti erano miracolosamente tutti fuori.

E’ doveroso, da parte di sindaci e politici, ribadire che così non si può andare avanti in quel tratto di arteria martoriata.

Ma è anche il momento di riflettere su un fatto: i soccorsi sono stati veloci ed efficaci, dagli operatori del 118 che, con sangue freddo ed esperienza hanno capito l’entità dell’emergenza, agli equipaggi dello stesso 118 che si sono fiondati sul posto, ai Vigili del fuoco che hanno sfidato fiamme e fumo, alle pattuglie di Polizia autostradale che hanno disciplinato il transito degli altri veicoli, permettendo ai soccorritori di lavorare, anche appoggiandosi sulla carreggiata opposta a quella dell’incidente.

L’operatore della centrale operativa del 118, il filtro di ogni chiamata di emergenza, non ha perso tempo, dopo aver capito l’elevato numero delle persone coinvolte nello scontro, da poche ma essenziali domande.

Dalla centrale operativa è stata allertata l’eliambulanza e sono stati inviati gli equipaggi del Piceno, che sono entrati al casello di Grottammare con l’ambulanza medicalizzata della Potes di San Benedetto e della Croce Verde pure di San Benedetto, e del Fermano entrati dal casello di Porto San Giorgio, con l’automedica di Porto San Giorgio e le ambulanze di Croce Azzurra di Porto San Giorgio e Croce Verde Valdaso.

Chi ha gestito la situazione (operatori sanitari, Vigili del fuoco e Polizia autostradale) ha anche intuito che il peggio poteva essere dietro l’angolo e tutti, gli occupanti dei mezzi incidentati e gli automobilisti che erano in galleria, sono stati fatti uscire il più presto possibile dal tunnel: pochissimo dopo il rogo. Strage evitata. 

I tre medici presenti sulla scena, di San Benedetto, di Porto San Giorgio e dell’eliambulanza, hanno coordinato un triage allestito per valutare le condizioni dei feriti: due sono stati centralizzati all’ospedale di Torrette di Ancona (in condizioni serie ma non gravissime, uno con “Icaro” e l’altro con l’ambulanza), in nove sono andati  al Pronto Soccorso, due del “Murri” di Fermo e sette del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Tra loro c’erano anche dei bambini, ma per fortuna feriti lievemente, per lo più intossicati dal fumo, e dimessi in serata.

Nel frattempo i Vigili del fuoco hanno aggredito le fiamme, domandole nel più breve tempo possibile e fino a tarda sera hanno provveduto a rimuovere quello che restava del carico di lattine di birra ed altre bottiglie di alcolici trasportati dal camion e che hanno fatto da combustibile.

La macchina dei soccorsi ha funzionato bene.

Quella dei cantieri in Autostrada – nonostante tutte le rassicurazioni e probabilmente la buona volontà della società che la gestisce, pronta ad adottare misure straordinarie dopo l’incendio che ha danneggiato la galleria ora chiusa – sembra andare a rilento.

Tra disagi, rallentamenti e pericolo incidenti, gli utenti della strada, soprattutto del territorio piceno e fermano che affrontano l’arteria con una certa frequenza (per non parlare di quello che è accaduto  sulla Statale Adriatica tra Porto San Giorgio e San Benedetto, dopo la chiusura de caselli della A 14) non ne possono più.

 



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